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Da Storo all’Argentina senza ritorno

  • Immagine del redattore: libreriadelchiese
    libreriadelchiese
  • 4 gen 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

All’inizio del 1886 Cirillo Beltramolli lascia la moglie, incinta della terza creatura e s’imbarca per il Sud America. Ha 41 anni.

La moglie Maria scrive a Cirillo lettere strazianti: “Io sono anchora in piedi ma vi lasio chonsiderare a voi chome che poso star bene che il mio quore pensa sempre a voi, dunque caro marito a pena che io arò pasato il parto vi scriverò subito...” (25 luglio 1886).

Di lì a due anni insiste perché ritorni: “Carisimo mio marito, vi fagio sapere che siamo tuti sani e così speriamo anche di voi. Il giorno 8 marzo o ricevuta la vostra letera a me sosperata che io penso sempre a voi... e mi vedo lora di potersi abraciarsi e di stare sempre insieme e di fenire queste pene... I nostri filli i nomena sempre suo padre, i me dimanda sempre quando che venite a casa e vi manda tanti baci. Il nostro filliolino picholo viene grando ma nol chamina gnanchora e sono un belisimo fillio e sono docile e sono anche buono come la sua madre” (12 marzo 1888).

E sei medi dopo: “Caro marito, non potete in macinare quanto che mi venite in mente, non pasa menuto che non me venite in mente, io me vedo lora che venite chasa ma vardate di non mansonarmi altro di chaminarmi altro...” (16 agosto 1888).

Cirillo rientra a Storo nel corso del 1889, ma di lì a qualche anno riparte. Muore in Argentina il 2 giugno 1900 nella sua casa di Pergamino (200 km. a nord di Buenos Aires) per contusione cerebrale, probabilmente a seguito di incidente o per tentato omicidio. Aveva 55 anni.

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