Le memorie di Comunità
Il progetto “Storie di vita e di comunità. Recupero, documentazione e divulgazione di memorie della Valle del Chiese”, promosso dalla Associazione di promozione sociale “Il Chiese” con il sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, ha coinvolto la popolazione e raccolto molta documentazione. In questo modo sono stai rafforzati il senso di appartenenza alla comunità e l’identità delle famiglie.
Le trasformazioni degli anni ‘50 e ‘60 del Novecento hanno fatto tramontare anche in Valle del Chiese una società basata fondamentalmente sull’agricoltura, l’allevamento e lo sfruttamento del bosco.
Il passaggio al nuovo orizzonte socio-culturale e valoriale è avvenuto spesso nelle forme drastiche del distacco totale e della sostituzione, del rifiuto e della dimenticanza, creando col vecchio una frattura che ha ricadute negative soprattutto per le nuove identità sociali e per la costruzione critica di una nuova mappa dei valori.
Il progetto ha cercato almeno in parte di rimediarvi attraverso la rivisitazione di alcuni tasselli del “mondo” di ieri per facilitarne l’interazione con quello di oggi.
Tre sono gli ambiti nei quali abbiamo raccolto da documentazione:
1. - Storie di emigrazione;
2. - Piccole storie della Grande Guerra;
3. - Storie di famiglia.

Fronte di una cartolina scritta da Storo nel 1905. Ritrae la Piazza Nuova del paese (oggi Piazza Unità d’Italia) in un giorno di festa. Lo scatto della foto è precedente, non però anteriore al 1903, perché ci sono i supporti con le pipe per i fili della corrente elettrica, che fu introdotta nel 1903. La scritta “Trattoria” si riferisce alla trattoria “Tre Pini”, attiva fino a metà del Novecento. Sull’attuale casa Bernardi (a sinistra) si intravede la scritta “Ufficio Postale”. Questo edificio fu la “casa comunale” fino all’acquisto, a fine Ottocento, del Palazzo Cortella, oggi municipio.
La Via (Contrada) Nuova ebbe questo nome dopo che fu sistemata a metà dell’Ottocento e prolungata con l’apertura ex novo del tratto dell’attuale via Roma che dal Municipio va alla attuale Piazza di Spenìgol.
Da notare gli alti ed eleganti paracarri d’angelo, per “difendere”
le case dalle ruote dei carri, e le piastre in granito (“le prée”) sotto le quali scorreva il rio Dòs. L’opera di interramento dei ruscelli che attraversavano il paese fu completata nel 1853.
La fotografia documenta due passaggi della lavorazione della canapa: sul ballatoio in fondo a sinistra sono esposti al sole i covoni ad essiccare, operazione fatta a partire dal 10 agosto, quando le piante erano strappate e unite in covoni e fatte essiccare; sulla casa in fondo a destra sono esposti al sole i teli della canapa dell’anno predente.
La foto quindi venne scattata nella seconda metà di agosto, in un giorno in cui in paese ci fu una festa per accogliere un sacerdote. Per l’occasione fu costruita e addobbata una porta all’inizio della strada che sale alla chiesa. La scritta che sta al centro della porta recita: Ecce Sacerdos Magnus, testo che fa pensare a una visita del vescovo. Sulla porta sono collocate due bandiere austriache a tre bande orizzontali (rosso-bianco-rosso).
La fotografia infine è un documento interessante per i vestiti indossati dalle persone: gli uomini con la caratteristica giacca scura su camicia bianca (c’è una sola cravatta) e il cappello, le donne con la gonna lunga (“bürgo”) indossata nei giorni di festa.