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Il professor Pèrgola

  • Immagine del redattore: libreriadelchiese
    libreriadelchiese
  • 22 gen 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

Emanuele Tonini nasce a Storo il 19 febbraio 1863 da Gianpietro fu Francesco e Giovanna Foglio fu Giacomo di Bagolino. Abitava la casa oggi di Lina Scarpari Zontini che allora era sua. La casa aveva sul davanti un grande pergolato, dal quale ha preso nome tutta la contrada, la doppia fontana vicina e il bar di fronte. Emanuele fu prima professore al liceo a Rovereto e poi a Firenze. A Storo tutti lo chiavano “profesur Pergola”.

“Era un grande originale - scrive Nino Scaglia che lo ha conosciuto -. Piuttosto basso di statura, tarchiatissimo, quasi corpulento, di carattere scontroso e misogino. Era proprietario, oltre che della casa in paese, del fienile di Boréi al quale si recava durante le vacanze quasi ogni giorno. Parlava pochissimo e solo con i pochi contadini che gli facevano qualche lavoro a Boréi, dove si recava durante le vacanze quasi ogni giorno. Indossava sempre un vestito di grosso velluto, portava un cappellaccio scuro e l’unica strada che percorreva, sempre munito di un lungo bastone militare, era quella che dal paese lo portava alla tenuta di Boréi”.

A Rovereto insegnava latino, greco e filosofia ed era quotatissimo, ma i nove mesi d’insegnamento erano per lui una sofferenza, perché vuoi per la sua palese timidezza, vuoi per il suo goffo vestito di velluto, vuoi per la sua corpulenza, sta di fatto che gli studenti lo prendevano in giro scrivendogli magari sulla lavagna un giorno “professor coquàdar”, un altro giorno - sapendo della sua insofferenza per le donne - “viva lo sposo” e che so io...

Morì, probabilmente a Firenze, negli anni 30 del Novecento.

La ricerca è da completare.

I tetti del centro storico di Storo, anni 1950 circa.

Una donna contadina di Storo, anni 1960 circa.


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