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Da Hall in Tirolo alla Galizia

  • Immagine del redattore: libreriadelchiese
    libreriadelchiese
  • 22 gen 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Nel corso della ricerca Elisa Cortella ci ha consegnato una lettera scritta da Bortolo Poletti (suo nonno) nel 1903 alla moglie Bettina che gli aveva comunicato che era nato il loro primogenito, Natale.

Bortolo era ad Hall in Tirolo, dove con altri storesi faceva il boscaiolo e il segantino, predisponendo il legname per le diramazioni della ferrovia del Brennero che era stata realizzata nel 1864-1867 (in dialetto trentino questi operai erano detti “aisenponeri”, tal tedesco Eisenbahner, lavoratori della ferrovia).

Tra il 1904 e il 1913 Bettina regalò altri cinque figli a Bortolo: Antonio (1904), Salvatore (1906), Egidio Nicolò (1909, morto a dieci mesi), Maria (1910) ed Egidio (1913).

Bortolo partì per la Galizia a seguito della mobilitazione generale austriaca del 31 luglio 1914. Lasciò a Storo la moglie di 35 anni con cinque figli tra gli 11 anni e i 17 mesi.

La tradotta partì da Mori il 18 agosto e lo portò in Galizia e poi su Carpazi. I compaesani che stavano con lui raccontarono che una notte ebbe brividi di febbre, così che al mattino chiese e ottenne di restare in baracca. Quando alla sera tornarono non c’era più. Bettina diceva che lo “eliminarono” perché temevano che avesse il tifo.

La domenica antecedente la “soppressione” di Bortolo, Bettina fece indossare ai cinque figli i vestiti più belli che teneva in casa. Poi chiamò la mamma e il papà e si misero tutti in posa davanti al fotografo:

La fotografia non partirà mai. Dai campi di battaglia della Galizia arrivò la notizia della morte di Bortolo. Nessuna foto a consolare gli ultimi attimi del soldato. La guerra, ancora una volta, era diventata una fabbrica di orfani.

Alcuni mesi fa, coll’aiuto della Schwarzes Kreuz Tirol e del Landestarchiv di Innsbruck, i nipoti hanno accertato finalmente che il nonno morì di polmonite (Lungenentzündung) il 25 aprile 1915 nell’ospedale militare di Ungvar (Uzhorod), una città dell’Ucraina occidentale, sul confine con la Slovacchia, alle falde meridionali dei Carpazi. Fu sepolto nel cimitero per epidemici dell’ospedale da campo.

Bortolo Poletti in posa durante il servizio militare.


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